Passarono dieci anni. Lasciai la città, andai all’università, mi costruii una vita. Ma non la dimenticai mai.
Quando tornai, fu per un motivo più felice: il mio matrimonio. Entrai di nuovo in quello stesso negozio, ora leggermente più piccolo e dall’aspetto più antico, con la vernice sbiadita sull’insegna ma il profumo ancora lo stesso.
La proprietaria era in piedi dietro il bancone, con i capelli più argentati che castani. All’inizio non mi riconobbe.
“Vorrei un bouquet”, dissi. “Per il mio matrimonio.”
Il suo sorriso si illuminò. “Congratulazioni, cara. Di che tipo?”
“Margherite”, dissi senza esitazione.
Solo a scopo illustrativo.
Mentre le impacchettava, feci un respiro profondo. “Una volta hai lasciato che una bambina prendesse dei fiori senza pagare”, dissi dolcemente. “Erano per la tomba di sua madre.”
Le sue mani si bloccarono a metà. Lentamente, alzò lo sguardo verso di me. “Eri tu?”
Annuii.
Le lacrime le salirono agli occhi. “Conoscevo tua madre”, sussurrò. “E tua nonna. Entrambe sono state gentili con me quando ho aperto questo negozio. Tua madre veniva ogni domenica a comprare le margherite, diceva che le ricordavano casa.”
Mi si strinse la gola. Non l’avevo mai saputo.
“Deve averti trasmesso quell’amore”, disse la donna con dolcezza. “E ora, eccoti qui, a iniziare un nuovo capitolo.”
Sorrisi tra le lacrime. “Mi hai aiutato più di quanto immagini. Allora pensavo di essere sola. Ma mi hai dato un posto dove piangere… e dove guarire.”
Fini di incartare il bouquet, legandolo con un nastro di raso bianco. “Gratuito”, disse con un’ammiccamento familiare. “In memoria dei vecchi tempi.”
Ma presi il portafoglio e posai i soldi sul bancone. “No”, dissi dolcemente. “Questa volta tocca a me ricambiare.”
Sorrise, con gli occhi che brillavano. “Tua madre sarebbe orgogliosa di te.”
Solo a scopo illustrativo
Mentre uscivo, la luce del sole si riversava sui petali che tenevo tra le mani. Mi fermai fuori dal negozio, inalando il profumo delle margherite, e per la prima volta da anni non sentii il dolore della perdita. Sentii calore, come se mia madre fosse lì, sorridente accanto a me.
La gentilezza, mi resi conto, non guarisce solo il momento. A volte mette radici silenziosamente, aspettando anni per sbocciare di nuovo, proprio come quelle margherite che un tempo mi erano state rubate, ma che, in verità, erano sempre state donate con amore.
